Via Crucis

Titolo: Via Crucis

Origini: Risalente al XV secolo, con le prime testimonianze documentate dell'evento che emergono nel XVII secolo.

Localizzazione: Barile, provincia di Potenza, Basilicata, Italia

Tipologia: Rievocazione religiosa - Tradizione cristiana e processioni pasquali

Descrizione

La Via Crucis di Barile è una tradizione secolare, profondamente legata alla presenza della comunità arbëreshë nel paese. Le prime testimonianze documentate dell'evento risalgono al XVIII secolo, sebbene si ritenga che la rappresentazione sia nata molto tempo prima. Le sue radici affondano nella seconda metà del 1600, periodo in cui il clero cercava di armonizzare le usanze locali con i precetti della religione cattolica. Questa sacra rappresentazione, ispirata alla devozione popolare, nasce dal desiderio di coinvolgere attivamente la comunità nella Passione di Cristo, trasformando la rievocazione in un momento di profonda riflessione e partecipazione.

La contaminazione culturale tra la tradizione cristiana occidentale e gli elementi della cultura arbëreshë ha dato origine a una Via Crucis unica nel suo genere, con una forte componente scenografica e simbolica.

La Via Crucis di Barile si svolge ogni Venerdì Santo e rappresenta una delle più suggestive e sentite manifestazioni religiose della Basilicata. L'evento coinvolge l'intera comunità, con la partecipazione di numerosi figuranti in costumi d'epoca che interpretano i vari personaggi della Passione. Le scene principali vengono rappresentate lungo le vie del paese, creando un percorso che si snoda tra vicoli e piazze, trasformando Barile in un teatro a cielo aperto.

La sacra rappresentazione inizia nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove il sacerdote recita la Passio secondo Giovanni. Al termine, presso largo Carlo Alberto Dalla Chiesa, ha luogo il Processo di Ponzio Pilato a Gesù. Concluso il Processo, tutti i personaggi partono dalla chiesa, dando il via alla processione.

Il corteo attraversa le principali vie del paese, tra cui via Roma, corso Vittorio Emanuele, via Piave, largo XX Settembre, via Marconi, via Giuseppe Verdi, largo Steccato, via Alcide De Gasperi, via Convento, Rione XXV Aprile, SS93, via Padre Minozzi, piazza Angelo Bozza, viale Europa, per poi concludersi nuovamente nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie. 

Durante il percorso della Via Crucis di Barile si svolgono alcune scene fondamentali della Passione. La prima caduta di Gesù e l’incontro con la Veronica avvengono all’incrocio tra via Generale Diaz e via Maina. Successivamente, nel largo Steccato, si rappresenta l’incontro di Gesù con Maria Addolorata. La seconda caduta si svolge in via Alcide De Gasperi, mentre la terza avviene lungo la SS93.

Numerosi sono i personaggi in costume che compongono il corteo, aperto da tre centurioni a cavallo e da tre bambine vestite di bianco (le tre Marie), che simboleggiano la purezza e l’innocenza. Il corteo è composto da numerose figure simboliche e storiche che mescolano elementi sacri e profani. Uno degli elementi più caratteristici della rappresentazione è la presenza di personaggi dal forte valore simbolico, come la Zingara, il Moro e il Pastore, i cui ruoli si sono tramandati nel tempo e aggiungono un tocco di mistero e folklore all'evento.

Il personaggio più insolito è la Zingara, la più bella ragazza del paese, vestita con un abito scintillante e ricoperta dei gioielli della gente più facoltosa di Barile. Questa figura è un chiaro richiamo alle origini albanesi del paese e incarna il simbolismo della tentazione e dell’inganno. Secondo la tradizione popolare, sarebbe stata proprio la Zingara ad acquistare i chiodi per la crocifissione di Cristo. Il Moro rappresenta il potere oppressivo, mentre il Pastore è una figura legata alla tradizione rurale. Questi elementi arricchiscono la narrazione e contribuiscono a rendere la Via Crucis di Barile un'esperienza unica nel panorama delle rappresentazioni della Passione.

La natura del corteo mostra un'evidente fusione tra elementi sacri e profani, con personaggi storici che si mescolano a figure popolari dal forte contenuto simbolico. Nella straordinaria rievocazione della Passione di Cristo, un motivo di grande significato è l'oro, che riveste i simboli e i personaggi della sacra rappresentazione. L’oro sembra voler trasformare i figuranti in statue, richiamando le raffigurazioni ieratiche e quasi inespressive tipiche dell’arte bizantina.

L'oro è infatti il motivo ricorrente della manifestazione: esso ricopre le croci, gli abiti bianchi delle "tre Marie", le braccia impastate della Veronica, impreziosisce le dita dei sacerdoti del Sinedrio e intesse il vestito dell'Addolorata, identico a quello della statua che troneggia in ogni chiesa del Sud. Ma, soprattutto, "veste" la Zingara, sottolineandone l'importanza all'interno della rappresentazione. Il corteo si chiude con la presenza delle statue del Cristo Morto e dell'Addolorata, preceduti dal Sacerdote che invita i fedeli alla preghiera e alla meditazione dei misteri.

La Via Crucis di Barile non è solo una rappresentazione religiosa, ma un evento che incarna il forte legame tra fede, tradizione e identità culturale. Grazie alla sua particolare fusione tra religiosità e simbolismo popolare, essa rappresenta un'importante espressione della cultura arbëreshë e del patrimonio immateriale lucano. L'evento attira ogni anno numerosi visitatori e studiosi di tradizioni popolari, interessati a comprendere le dinamiche storiche e culturali che caratterizzano questa rappresentazione.

Negli ultimi decenni, la Via Crucis di Barile ha ricevuto un crescente riconoscimento a livello regionale e nazionale, divenendo un appuntamento imprescindibile del calendario religioso e turistico della Basilicata. La manifestazione contribuisce inoltre a mantenere viva la lingua e la cultura arbëreshë, tramandando alle nuove generazioni il valore delle proprie radici.

I personaggi della Via Crucis

Nella Via Crucis di Barile, i personaggi che compongono la rappresentazione incarnano figure simboliche, storiche e leggendarie, intrecciando la narrazione evangelica con elementi della tradizione popolare.

I Tre Centurioni a Cavallo aprono la processione con la loro autorità imperiosa. Uno di loro, dotato di corno, richiama il popolo a raccolta, quasi a sancire l’inizio del dramma sacro. Le Tre Marie, ovvero Maria di Magdala, Maria di Cleofa e Maria di Salomè, rappresentano il dolore e la fedeltà delle donne che accompagnarono Cristo lungo il cammino del Golgota. Esse seguono il corteo con sguardi addolorati, simboli del lutto e della speranza cristiana.

A precedere il gruppo delle 33 ragazze, che simboleggiano gli anni di Gesù, si erge lo Stendardo, vessillo della Passione. Le giovani portano con sé vassoi con gli strumenti della sofferenza di Cristo: il martello, i chiodi, la tenaglia, i 33 denari, la corona di spine e persino il gallo, memoria del rinnegamento di Pietro. Il Sinedrio, rappresentato da Anna e quattro sacerdoti, è composto dai Dottori della Legge, uomini dall’aspetto austero, vestiti con lunghe vesti e turbanti, emblema del potere religioso che, per timore di perdere il proprio dominio, orchestrò la condanna di Gesù.

Cristo appare in più momenti della rappresentazione. Gesù alla Colonna, legato e circondato dai soldati romani, richiama il momento della flagellazione. Il personaggio che lo interpreta rimane anonimo, avvolto da un manto per nascondere la sua identità, poiché chi assume questo ruolo lo fa per voto e sopporta grandi sofferenze fisiche. Simile è il destino di Cristo con la Canna, il "Rex Iudeorum", che rievoca il momento in cui Gesù fu deriso e incoronato di spine. Anche questo interprete è tenuto nascosto agli occhi del pubblico, a simboleggiare l’umiliazione del Cristo sofferente.

Tra i personaggi della tradizione popolare spicca la Zingara, una figura leggendaria del folklore locale. Si narra che sia stata lei a forgiare i chiodi con cui Gesù venne crocifisso. Il suo aspetto richiama la marginalità e il mistero: veste con abiti semplici, quasi straccioni, e porta con sé gli strumenti del suo peccato, divenendo un emblema del destino ineluttabile. Accanto a lei compare Malco, l’uomo che schiaffeggiò Gesù durante il processo. La sua condanna è un tormento senza fine: cammina in modo irrequieto, legato con funi, con le scarpe calzate al contrario, segno del suo destino capovolto e della sua eterna inquietudine.

Fra i personaggi femminili emerge Veronica, la donna che, con un gesto di compassione, asciuga il volto insanguinato di Gesù con un panno, su cui rimane impresso il suo volto. Il suo sguardo è pietoso, i suoi movimenti delicati, portando con sé la reliquia della sofferenza. Maria Addolorata, invece, incarna il dolore assoluto della madre che vede il figlio soffrire e morire. Vestita di nero, con il volto segnato dalla sofferenza, avanza lentamente nella processione, seguita dalle Portatrici della Sacra Sindone, tre giovani che trasportano il lenzuolo in cui il corpo di Gesù verrà avvolto dopo la crocifissione.

Tra i protagonisti della Passione non manca Simone di Cirene, il cui volto è segnato dalla fatica mentre aiuta Gesù a portare la croce. La pesantezza del legno grava sulle sue spalle, eppure il suo gesto diventa simbolo dell’umanità che si fa carico del dolore altrui. Cristo con la Croce, accompagnato dai soldati romani, cade tre volte lungo il percorso, rappresentando il peso della sofferenza e il sacrificio estremo.

Un personaggio enigmatico della processione è il Moro, la cui presenza non ha una spiegazione precisa. Il suo aspetto è esotico, vestito con abiti ricchi e colorati, quasi in contrasto con l’austerità del corteo. Potrebbe rappresentare l’incredulità, il paganesimo o semplicemente un elemento di diversità che si inserisce nella narrazione sacra.

Ponzio Pilato, circondato dai suoi pretoriani e dai piccoli liberti, appare come un uomo distante, privo di coinvolgimento emotivo, intento a lavarsi le mani della condanna di Gesù. Accanto a lui compare l’Angioletto con il Calice, una figura celestiale che porta il simbolo del sacrificio di Cristo, preannunciando il suo destino.

A chiudere la rappresentazione compaiono i Santi Pietro e Giovanni, preceduti da due angeli e seguiti da Giuseppe d’Arimatea, l’uomo che si occuperà della sepoltura di Gesù. Infine, appare Maria Maddalena, la peccatrice redenta, che piange disperatamente la perdita del Maestro. Il suo dolore è struggente, ma il suo pentimento la rende simbolo della speranza e della redenzione, suggellando la Via Crucis di Barile come un viaggio di fede, passione e tradizione.

Fonti e Riferimenti Bibliografici

Sitografia

Codice identificativo: BARL-027

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